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Cosa c’è di Sbagliato nella Prostituzione?

Quest’articolo si propone di esaminare la prostituzione e le sue conseguenze sulla vita delle persone, nella considerazione dei collegamenti intrinseci con la pornografia, con il traffico sessuale e con lo sfruttamento sessuale minorile, il connaturato razzismo e la ragione per cui bisognerebbe attribuire la piena responsabilità a chi sorregge le redini del fenomeno (articolo originale su Nordic Model Now!)

Geena Leigh è stata coinvolta nella prostituzione per 19 anni, dall’età di 18. Nella sua presentazione per un’indagine parlamentare sulla regolamentazione dei bordelli, Geena ha affermato che la prostituzione “riesce a derubare le donne di tutti i loro sogni, di tutti i loro obiettivi e della loro stessa meravigliosa essenza. Durante gli anni in cui sono stata prostituita, non ho incontrato una sola donna che amasse fare quello che faceva. Tutte cercavano di uscirne”.  

“Se è legale non può essere poi così male”. Se lo ripeteva per sopportare e andare avanti
“nonostante fosse una vita di assoluta miseria”.

Geena vive in Australia, dove la tratta sessuale è decriminalizzata in alcuni stati. Nella presentazione al governo Australiano ha raccontato di come, quando cercava di uscire dal giro, continuasse a pensare “Se è legale non può essere poi così male”. Se lo ripeteva, ancora e ancora, per sopportare lo stato delle cose e andare avanti, “nonostante fosse una vita di assoluta miseria”.

Nessuno l’aveva avvertita di come sarebbe stato, di quanto le avrebbe fatto male e di come avrebbe influito sulla sua vita nel futuro. Ora Geena parla nelle scuole, perché vuole che le ragazzine sappiano la verità sulla prostituzione e su quanto sia dannosa per il benessere delle donne. 

Anche a queste donne nessuno aveva parlato del danno dell'amianto.

Nessuno aveva avvertito queste donne di quanto fosse pericoloso lavorare con l’amianto. Quest’immagine mostra donne a lavoro in una fabbrica di amianto nel 1918, quando solo in pochi erano a conoscenza del fatto che causasse malattie letali e conducesse a una morte dolorosa e precoce. I danni sono ora notoriamente indiscussi e il divieto di lavorazione dell’amianto è stato implementato nel 1999 nel Regno Unito (nel 1992 in Italia).

Quasi tutti gli acquirenti di prostituzione sono uomini.

Prima di parlare della realtà della prostituzione, vediamo di prendere in considerazione chi opera l’acquisto e chi (o cosa) viene venduto e comprato. Quasi tutti gli acquirenti nella prostituzione sono di sesso maschile, mentre almeno l’85% delle persone vendute è di sesso femminile. In nessuna zona del mondo esistono bordelli pieni di uomini per uso esclusivo delle donne.

Per una questione di semplicità e per enfatizzare la natura sesso-specifica della prostituzione (senza nulla togliere al danno inflitto a ragazzi, uomini e persone transessuali) in quest’articolo chiameremo le persone l'uso del cui corpo è venduto e acquistato “donne” e “ragazze”.

Chi sono le donne coinvolte nella prostituzione?

Questo intenso dipinto è opera di Suzzan Blac, una sopravvissuta alla prostituzione e al traffico sessuale. Notate come la giovane nel dipinto abbia una pistola puntata alla testa.
Nessuna ragazza cresce con il desiderio di entrare in prostituzione. Cosa accade, dunque, per far sì che così tante finiscano con l’entrarci?

Tipici risultati tratti dagli studi sulle donne prostituite:
33% è cresciuta in orfanotrofi o altri istituti.
50% ha iniziato prima dei 18 anni.
50% era senza casa.
50% è stata costretta da qualcuno.
72% ha subito abusi da piccola.

Gli studi basati sulle testimonianze delle sopravvissute dimostrano come circa un terzo sia cresciuta in orfanotrofi o altri istituti; circa la metà abbia iniziato prima dei 18 anni, non avesse dimora e sia stata obbligata da qualcuno; circa tre quarti abbia subito abusi da bambina. 

A conseguenza delle recenti politiche di austerità introdotte dal governo, si è verificato un ingente incremento della povertà in Inghilterra. I salari sono bassi, abbondano i contratti a zero ore, tasse universitarie e sanzioni e sono stati attuati tagli alle sovvenzioni. Questi cambiamenti hanno colpito soprattutto le donne e in particolar modo le madri

Il film, I, Daniel Blake, mostra la madre single Katie optare per la prostituzione come ultima spiaggia. Le agenzie che lavorano con le donne coinvolte nella prostituzione hanno dichiarato che il fenomeno è diffuso in tutto il paese: donne disperate che entrano in prostituzione per guadagnare il necessario a sfamare i propri figli. 

Redditività del papponaggio.
Il guadagno approssimativo di un pappone (per donna) è 25 volte superiore al salario minimo.

Il papponaggio è molto redditizio. In media, un pappone guadagna 70£ (circa 78) all’ora per donna. Molto di più rispetto al salario minimo. Ma nessuno desidera per davvero avere rapporti sessuali con fino a 20 sconosciuti al giorno – pertanto il papponaggio comprende inevitabilmente forme di violenza e coercizione.

Grooming.
Processo per cui un adulto che detiene un potere superiore manipola un bambino/una bambina
o una giovane/un giovane adulta/o spingendo a entrare nella prostituzione.

Quando si parla di “grooming” nell’ambito della prostituzione ci si riferisce a quei papponi che cercano di fare leva sul bisogno di amore e attenzione, e sul desiderio di una vita migliore delle ragazze. Questi uomini introducono le ragazze al traffico sessuale comunicando loro di avere urgente bisogno di denaro. “Fallo per me, se davvero mi ami”, dicono. Ben presto le parole mutano in “Sei solo una puttana. La mia puttana!”. C’è un costante alternarsi di manipolazione emotiva e violenza, con il pappone che continua a vivere con i guadagni della ragazza fin quanto la situazione dura. 

La gran parte delle ragazze e delle giovani donne, specialmente quelle con un passato difficile o cresciute in istituti, non possiede l’esperienza e la fiducia in sé stessa necessarie a comprendere i secondi fini dietro quel genere di manipolazione. Resistere diventa quasi impossibile.

Sono noti casi di adescamento e manipolazione di bambini e bambine da parte di gruppi di uomini (a Oxford, Rotherham e Rochdale, per esempio). Nel caso di Oxford si trattò di circa 373 vittime, la gran parte delle quali di sesso femminile, molte provenienti da istituti, alcune di soli 11 anni. Vennero vendute a uomini per 600£ (circa 675€) all’ora.

Questa pratica è ora nota come “sfruttamento sessuale minorile” (CSE), espressione che chiarisce l’assenza di colpa delle vittime, ma che al contempo mette in secondo piano il fatto che uomini comuni presenti in tutte le comunità paghino per noleggiare l’utilizzo del corpo di ragazzine, generando una mole di profitto che motiva i papponi a continuare.

 
Caratteristiche Chiave (secondo la definizione del Protocollo di Palermo):
- Uso di forza, coercizione o trarre vantaggio dall'altrui vulnerabilità.
- Sfruttamento/profitto dall'altrui prostituzione.
- Il consenso è irrilevante.

Il traffico sessuale è una forma di schiavitù moderna. La definizione internazionalmente riconosciuta è contenuta in un trattato noto come il Protocollo di Palermo. Le caratteristiche chiave sono l’uso di forza o coercizione o il trarre vantaggio dalla vulnerabilità di qualcuno per sfruttare (profittare da) la loro prostituzione – a prescindere dal fatto che si operino spostamenti fisici. La presenza di apparente consenso da parte della persona è irrilevante, proprio come nel caso di schiavitù e tortura.

Se l'attuale normativa sul traffico sessuale prendesse come riferimento la definizione presente nel Protocollo di Palermo, sarebbe chiaro il fatto che il traffico sessuale non differisca dalla gran parte del papponaggio. E poiché la gran parte delle donne e delle ragazze in prostituzione è sfruttata da papponi, la gran parte della prostituzione rientra nella definizione internazionale di traffico sessuale.

"Il traffico sessuale non è altro che papponaggio" - Catharine MacKinnon

Per dirlo con le parole della docente di diritto Catharine MacKinnon, “il traffico sessuale non è altro che papponaggio”. MacKinnon sostiene che, sebbene nessuno difenda il traffico sessuale, ci sono persone che cercano di ridefinirlo in modo tale che copra meno casi possibili, affinché il cambiamento venga ostacolato e la società non sia costretta ad affrontare il ruolo centrale che la prostituzione ricopre in tutto ciò.

Oltre a essere una grottesca violazione dei diritti umani, il traffico umano è un crimine remunerativo. È al terzo posto, superato solo dal traffico di droghe e armi, nell’elenco dei crimini più remunerativi. 

I principali circuiti internazionali del traffico sessuale.
 
I trafficanti sono soliti spostare le ragazze e le donne da un capo all’altro del mondo al fine di andare incontro all’insaziabile appetito degli uomini per la prostituzione. Prendendo in considerazione il fattore economico, si può notare che i paesi di origine siano poveri, mentre quelli di destinazione siano più ricchi.  

 
Il Razzismo nella Prostituzione
     
Il razzismo è una caratteristica chiave nella prostituzione. Le donne nere e asiatiche sono soggette ad alcune tra le pratiche più brutali. Nell'immagine, un bordello di Hong Kong che divide le donne per origine etnica – l’etnia è usata come punto centrale di vendita di queste donne, usate e trattate come prodotti. 
 
Pornografia e Prostituzione.
"Alcune delle persone più traumatizzate che ho incontrato erano donne prostituite i cui clienti
avevano insistito per replicare gli atti osservati nella pornografia.

È del tutto impossibile separare la prostituzione dalla pornografia, e non solo perché la pornografia è sovente prostituzione filmata e molte delle attrici sono costrette a praticarla (in tal senso rientra nella definizione di traffico).

Ma anche perché la pornografia è spesso usata per educare ragazze e giovani donne all’accettazione della prostituzione e di atti che normalmente non tollererebbero di praticare o di subire. Si potrebbe persino affermare che la sempre più diffusa disponibilità di pornografia online favorisca la normalizzazione della prostituzione e dell’oggettivazione di donne e ragazze agli occhi di gran parte dell’utenza, specialmente di giovane età.

Ann Olivarius, un’avvocata con esperienze in casi legati all’industria del sesso, ha dichiarato che alcune delle persone più traumatizzate che ha incontrato sono le donne prostituite che erano state trattate dai clienti come questi avevano visto fare nei video pornografici.

La Realtà della Prostituzione

Adesso è arrivato il momento di esaminare la realtà della prostituzione, facendo affidamento su disegni e opere d’arte. Potrà risultare spiacevole e angosciante, ma se desideriamo provare a elaborare ipotesi di soluzione, è importante affrontare la realtà. 


In Attesa

La prostituzione è basata su un profondo disequilibrio di sesso. Quella in alto è la foto di donne in attesa di clienti in un bordello del Nevada.  
 
Il flusso dei clienti non è mai del tutto prevedibile, dunque le donne devono essere costantemente pronte, sempre in competizione le une con le altre per ottenere l’attenzione dei clienti di turno.

 
E qui abbiamo un gruppo di donne in intimo messe in esposizione per un cliente in un bordello Parigino del 19esimo secolo. Notate come il cliente sia completamente abbigliato mentre valuta le donne come se fossero merce. Notate anche l’espressione sui volti delle donne, e confrontatela con quella del cliente. 

Cosa viene comprato dal cliente?

Viene comprato l’utilizzo del corpo di lei, compresi vagina, retto, bocca e seni. Questo è il fulcro della prostituzione. Non si tratta di un servizio. Si tratta del noleggio dell’utilizzo del corpo della donna.  

Quest’opera autobiografica tratta dal blog “Brothel Girl” Tumblr cattura in modo brillante la realtà della prostituzione. Cerchiamo di fare ben caso alle espressioni sul volto di lei. 

Lui: A cosa stai pensando?
Lei: Ehm, stavo ammirando i tuoi muscoli.
Lui: Wow, davvero?

Mentre lui sta usando il suo corpo, lei deve fingere di apprezzare e goderne, oppure deve agire in linea con le fantasie di lui, facendo finta di pensare che sia fenomenale. Qualunque cosa pensi davvero e qualunque cosa provi davvero, è sempre e comunque tenuta a mandare avanti questa farsa. 
L’illusione che lei apprezzi è parte della transazione. È parte di ciò che il cliente sta acquistando.

Il cliente acquista il “diritto” di dire ciò che vuole, a prescindere da quanto possa essere offensivo. È comune che i clienti chiamino le donne “troia” o “puttana”. Anche questo è parte della transazione.
In sostanza, il cliente acquista il “diritto” di essere in controllo della situazione.

Lei: Dannazione, non riesco a immaginare qualcosa di peggio di questo!
Lei: Perché? Perché dritto sul clitoride!?!?
Lei: Adesso sta anche succhiando. AHHHHH!
Lui: (pensa) Wow, le sta piacendo da impazzire.

Qui in alto vediamo lui alle prese con un cunnilingus. È un tipo di situazione piuttosto comune nella prostituzione al chiuso. In questo caso, il desiderio di lui non è quello di raggiungere l’orgasmo, bensì quello che la donna risponda sessualmente alle sue gesta. Probabilmente lo aiuta a convincersi che l’atto sia consensuale

Gli incontri di prostituzione avvengono al di fuori delle normali convenzioni sociali. Per dirlo con le parole di Julia O’Connell Davidson, al cliente è concesso di trattare la donna come se lei fosse socialmente morta; come se non fosse un essere umano. O, per dirlo nelle parole di una sopravvissuta, gli è concesso di trattarla “come se fosse un cesso pubblico”.

In tutto ciò, ci si aspetta che la donna sia ben disposta a essere trattata così, come ci suggeriscono anche le espressioni delle donne in fila viste pocanzi. Il cliente interpreta questo elemento come indicatore di una scelta liberà di partecipare all’incontro. 


Ma cosa significa per la società il fatto che sia possibile trattare delle persone come se non fossero esseri umani?



E cosa significa per lei? Per la donna prostituita?

Provate a pensare a come reagireste o a come vi è capitato di reagire a uno sconosciuto che vi ha palpato i seni, vi ha toccate o vi ha aggredite sessualmente. Certamente le risposte possono variare anche di molto, ma sono solite comprendere emozioni quali preoccupazione, disgusto, paura, rabbia, senso di violazione.

Eppure questi atti sono l’essenza stessa della prostituzione.

Conseguenze #1
- Dissociazione.
- Induzione di intorpidimento mediante l'uso di droghe.

Al fine di esistere nel contesto prostituente è necessario sopprimere le risposte involontarie e persino arrivare a fingere di godere di quanto accade. Ciò richiede una forte forma di dissociazione dai propri sentimenti, dalla propria essenza più vera. Le conseguenze di ciò possono portare a complicanze psicologiche a lungo termine. Anche per questo, per resistere e sopportare la propria condizione, molte delle donne finiscono per fare affidamento su droghe e alcolici. 

Sebbene alcune donne finiscano nella prostituzione proprio per racimolare denaro per acquistare droga, infatti, è molto più comune che la dipendenza da droghe o alcol si sviluppi dopo essere entrate nell'ambiente – perché è l’unico modo per sopportarlo.  

Ecco la citazione di una sopravvissuta che ben esplica questo concetto: “Mi ero abituata a intorpidire i sentimenti. Lasciavo lì il mio corpo e andavo altrove con i pensieri e con i sentimenti, fino a quando mi si toglieva di dosso ed era tutto finito. Non saprei come altro spiegarlo, se non dicendo che era come essere stuprate. È stato stupro, per me.”

Alice Glass: "Tutte le donne che ho incontrato portavano con sé gli stessi fardelli
di nevrosi, dipendenza e malinconia. Tutte, nessuna esclusa."

Alice Glass
afferma che tutte le donne prostituite che ha incontrato nei suoi dieci anni nell’ambiente “portavano con sé gli stessi fardelli di nevrosi, dipendenza e malinconia. Tutte, nessuna esclusa”. 
 
Conseguenze #2
Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD).

La PTSD è un disturbo d’ansia che si sviluppa in risposta a esperienze traumatiche o potenzialmente letali, quali guerra, stupro o incidenti. I sintomi sono invalidanti sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo, e la loro comparsa è spesso ritardata di mesi, o anni. Quando il trauma è arbitrariamente inflitto da un essere umano, o quando è inflitto ripetutamente, i sintomi sono di natura peggiore e più intensa.  

Uno studio ha riportato che il 68% delle donne in prostituzione rientra nei criteri che definiscono la PTSD. Si tratta di una prevalenza estremamente simile a quella attestata per i veterani di guerra. 

Conseguenze #3
- Dolore cronico al basso ventre dovuto a infiammazione e traumi meccanici.
- Invecchiamento precoce - sintomo di stress persistente.
- Ferite dovute all'utilizzo eccessivo degli organi sessuali e degli orifizi.
- Ferite inflitte arbitrariamente dai clienti.

Uno
studio tedesco, basato sull’esame medico di 1000 donne prostituite ha rivelato che:
  • La gran parte soffriva di dolore cronico al basso ventre dovuto a infiammazione e trauma meccanici.  
  • La gran parte mostrava segni di invecchiamento precoce, sintomo di stress persistente.  
  • La gran parte presentava ferite dovute all’utilizzo eccessivo dei propri organi sessuali e degli orifizi del corpo. 
  • La gran parte presentava ferite procurate arbitrariamente dai clienti stessi.  
Tutto questo rende le donne maggiormente soggette a infezioni. I preservativi non possono proteggerle da nulla di ciò. La pressione finanziaria o di altro tipo fa sì che le donne continuino a restare in prostituzione anche quando si trovano a fare esperienza di dolore fisico.
Ma guardiamo un po’ cosa si intende per “ferite procurate arbitrariamente dai clienti stessi”. 

Violenza dei clienti (su 854 persone in 9 paesi)
- Minaccia con armi.
- Violenza fisica.
- Stupro.
- Di cui non denunciati.

Questo
studio mette in evidenza l’incredibile quantità di violenza fisica che i clienti usano sulle donne. Quasi due su tre è stata minacciata con una pistola, circa tre quarti è stata aggredita fisicamente o oltre metà è stata stuprata (che nel contesto significa sesso non solo non desiderato ma anche non pagato). Delle donne stuprate, circa il 60% lo è stata sei o più volte.
Ci sono altri studi che hanno dato risultati simili e le testimonianze delle sopravvissute raccontano la stessa storia.  

"Mi hanno sparato 5 volte, accoltellata più di 13, picchiata diverse vlte fino a farmi svenire,
mi hanno rotto un braccio, il naso e mi hanno spaccato due denti..."
 
Brenda Myers-Powell è stata in prostituzione per 25 anni, ha ricevuto colpi d’arma da fuoco ben cinque volte, è stata pugnalata più di 13 volte, è stata picchiata diverse volte fino a perdere conoscenza, le sono stati rotti braccia, naso e due denti.  
Per le donne prostituite è anche molto più facile venire uccise. In particolare da clienti o papponi. 

Notare che l'unico omicidio in Svezia è stato a opera
di un ex partner, non di un pappone o un cliente.

L’
immagine mostra il numero degli omicidi di donne prostituite nell’arco di diversi anni (e fino all’Aprile 2016) in quattro paesi europei, tre dei quali (Germania, Spagna e Paesi Bassi) presentano forme di legalizzazione della prostituzione mentre l’ultimo, la Svezia, ha applicato il Modello Nordico.  

Il Modello Nordico non rende la prostituzione sicura – niente può farlo – ma ne riduce la quantità e, conseguentemente, il numero di donne che vi finiscono coinvolte. In aggiunta, fornisce percorsi di aiuto concreti alle donne che desiderano uscirne. È sufficiente osservare le statistiche di omicidio per notare come la differenza di approccio abbia impatto anche su questo elemento.  

Tuttavia, molti omicidi di donne prostituite non vengono mai segnalati.  

"È del tutto normale che chi profitta dal traffico sessuale
faccia sparire i corpi delle ragazze e delle donne."

Rebecca Mott, una sopravvissuta della prostituzione al chiuso e una promotrice del Modello Nordico, ha affermato quanto segue:   
“È del tutto normale che chi profitti dal traffico sessuale faccia sparire i corpi delle ragazze e delle donne. Gli viene permesso perché dà per scontato che a nessuno interessi della loro sicurezza. Se consideriamo che si fa in modo che le donne prostituite vengano isolate, è ovvia conseguenza che sia comune che la loro scomparsa non venga segnalata.” 
 
Il rischio di morte delle donne prostituite è di 40 volte superiore
a quello delle donne della popolazione generale.

E non si tratta solo di omicidio. Le donne coinvolte nella prostituzione presentano un tasso di mortalità molto elevato. Uno
studio canadese ha stimato che il rischio di morte sia di 40 volte superiore a quello delle donne appartenenti alla popolazione generale. In particolare per le donne prostituite al chiuso, in oltre, è elevatissimo il tasso di suicidi. I dati raccolti da questo studio, indicano che il 75% delle donne coinvolte nella prostituzione di tipo escort ha tentato il suicidio.

L'89% delle donne prostituite desidera lasciare ma si trova senza alternative.

Queste informazioni non dovrebbero sorprenderci. Ricerca dopo ricerca, la quasi totalità delle donne prostituite ha dichiarato di voler lasciare la prostituzione ma di non avere altre opzioni per sopravvivere. È quanto dichiarato da ben l’89% delle intervistate per questo studio.

Fattori che complicano l'uscita:
39% - assenza di formazione o qualifiche.
50% - dipendenze da droghe o alcool.
50% - coercizione.
52% - debiti.
67% - precedenti penali.

La gran parte delle donne resta nella prostituzione  a causa dell’assenza di alternative percorribili. Ma vediamo perché è così difficile uscire. Tra i fattori più comuni troviamo: assenza di formazione o qualifiche, dipendenza da droghe o alcool, coercizione da parte di un pappone o un “fidanzata”, presenza di debiti e precedenti penali.


Quasi tutti i lavori non specializzati richiedono il controllo dei precedenti penali. Ciò significa che la presenza di precedenti potrebbe escludere dalla possibilità di lavorare un numero enorme di donne prostituite. È per questo che non ci battiamo solo per la decriminalizzazione delle persone prostituite, ma anche per la rimozione dei precedenti penali attribuiti per sollecitazione o adescamento di clienti (in sostanza è sufficiente essere state prostituite all’aperto per ottenere questi precedenti, compromettendo quindi le possibilità di uscita: è una trappola), e per l’offerta di servizi di qualità che possano fornire un percorso di uscita concreto e sicuro. Nonché per la fine della disuguaglianza strutturale che conduce così tante donne nella povertà estrema.

"Sto ancora affrontando le conseguenze della prostituzione.
Faccio incubi, ho continui flashback e scatto impulsivamente in reazione a moltissimi stimoli."

 E gli effetti continuano anche quando si riesce a uscire. Angel, una sopravvissuta della prostituzione, dice: 
“Sto ancora affrontando le conseguenze della prostituzione. Faccio incubi, ho continui flashback e scatto impulsivamente in reazione a moltissimi stimoli. Mi viene difficile fidarmi delle persone, soprattutto degli uomini, e ho problemi enormi con il sesso. Continuo ad attuare la dissociazione e ho l’impressione di dividermi da me stessa ogni volta. Mi definisco ancora sulla base di quelle esperienze e mi distrugge vedere in TV film come “Diario di una squillo per bene”. Mi fa sentire senza speranza e così infinitamente e disperatamente sola, soffocata dal frastuono dell’industria del sesso e le sue potentissime pressioni.”

Tirando le somme, per tutte le donne e le ragazze coinvolte la prostituzione porta in sé un elevato rischio di seri problemi a lungo termine di natura fisica e psicologica, disperazione suicida, violenza, stupri e persino omicidi. Non esiste nessuna altra attività che presenti rischi di questa portata.

Responsabilità:
Essere ritenuti responsabili o tenuti a rispondere di qualcosa.

È arrivato il momento affinché i perpetratori – i papponi e i clienti – vengano considerati responsabili di questo orrore che hanno causato.

Ma chi sono i clienti?

Chi sono i clienti?

Sono uomini di ogni età, etnica, religione ed estrazione sociale. Sono ricchi e sono poveri. Nessuno sa con certezza quanti uomini siano clienti. La stima varia dal 10% all’80% della popolazione maschile adulta.  sa con certezza quanti altri siano clienti. 

Per gustare un assaggio dell’attitudine dei clienti, passeremo ora in rassegna alcune citazioni tratte dai forum dei clienti  dove questi recensiscono le donne l’uso del cui corpo hanno acquistato. 
“Era proprio come un pezzo di carne…Avevo pagato, quindi tanto valeva approfittarne e scoparla come si deve. Così ho deciso di piazzarmi le gambe sulle spalle mentre pompavo a più non posso”.  
Notate come parla delle sue gambe come se non fossero parte di un intero corpo; come se fossero pezzi.
Eccone un altro:
 “Quando le ho chiesto del sesso anale, mi ha detto che non era disponibile al primo incontro. Bella, guarda che non voglio mica un appuntamento. Voglio solo mettertelo nel culo!” 
Clienti - Più propensi a compiere stupri e violenza sessuale.
Non clienti - Più propensi a provare solidarietà per le donne prostituite.

Gli studi sui clienti hanno dimostrato quanto questi apprezzino la mancanza di coinvolgimento emotivo e la possibilità di vedere le donne come merce. Per dirla con le parole di un cliente stesso:
“La prostituzione tratta le donne come oggetti e non esseri umani”.
Molti dei clienti hanno espresso aggressività nei confronti delle donne e, con proporzione otto volte superiore rispetto ai non clienti, hanno dichiarato che stuprerebbero senza esitazione se sapessero di non essere perseguiti. Alla domanda sul perché acquistano la possibilità di fare sesso, uno degli uomini ha risposto che gli piace “picchiare le donne”. 

I clienti commettono più crimini di ogni genere rispetto ai non clienti; e in particolare operano qualsiasi tipo di violenza nei confronti delle donne. 

Fermiamoci un attimo a pensare. Abbiamo visto che la prostituzione comporta fare sesso con una donna che non desidera farlo. Non è forse questa l’essenza tessa dello stupro? Non sussiste pagamento che cambi questo fatto. Considerato questo, non dovrebbe essere così sorprendente che i clienti della prostituzione siano più propensi allo stupro, no? 

Importanza relativa dei fattori nelle vite degli stupratori.
 
I risultati relativi agli studi sui clienti sono supportati da studi legati agli uomini violenti. Per esempio, questa tabella mostra l’importanza relativa di diversi fattori nella vita degli stupratori. Più ampio è il cerchio, più importante è il fattore. 

Non è una sorpresa che il sesso transizionale (ergo l’acquisto di prostituzione, evidenziato in giallo nell'immagine) sia il secondo fattore di rischio per importanza. Sovrasta persino l’essere stati vittime di violenze e gli abusi nell’infanzia

Molto simili sono anche i risultati per quanto riguarda lo studio di uomini violenti con le loro partner.
Tutto ciò concorre a dimostrare l’elevata correlazione tra l’acquisto di sesso e lo stupro delle donne – e ci suggerisce che l’acquisto della prostituzione possa contribuire a rendere gli uomini più violenti.  


Solitamente le conseguenze per i clienti son minime, se esistenti. Di tanto in tanto, però, capita che uomini pubblici finiscano sotto i riflettori. Ecco alcuni esempi, tra cui figurano politici, finanzieri, celebrità e sportivi. Guarda caso, proprio il tipo di uomo che detiene il potere per controllare la nostra cultura e le nostre leggi. Non è una sorpresa, insomma, che la prostituzione sia normalizzata, sminuita e resa glamour in ogni dove.  


Articolo originale su Nordic Model Now!

Invito a sottoscrivere questo comunicato di Resistenza Femminista per richiedere l'applicazione del Modello Nordico in Italia.