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Tentativi di Insabbiamento di uno Studio sulla Disforia di Genere a Insorgenza Rapida


- Articolo originale su Transgender Trend.

La scorsa settimana, sul giornale scientifico PLOS ONE, è stato pubblicato un importante studio sulla Disforia di Genere a Insorgenza Rapida (ROGD), espressione che si riferisce all’improvvisa manifestazione della disforia di genere agli albori della pubertà o dopo la stessa, in giovani adulti o adolescenti che precedentemente non rispondevano ai criteri di disforia di genere.

Lo studio, curato dalla Dottoressa Lisa Littman della Brown University, è il primo ad affrontare la ricerca sull’incremento senza precedenti del numero di ragazze adolescenti che iniziano a identificarsi come ragazzi immediatamente con l’inizio della pubertà.

Il 22 agosto, la Brown University ha pubblicato un comunicato stampa relativo allo studio, successivamente ritirato e sostituito con un messaggio di scuse il 27 dello stesso mese, dopo cinque giorni di aggressive proteste da parte di attivisti trans. A supporto dello studio della Dottoressa Littman, accanto alla libertà di ricerca accademica e di indagine scientifica, è stata indetta una destinata alla Brown University e a PLOS ONE.

Lo studio di Littman è cruciale in quanto primo del suo genere. L’inversione del tasso di indirizzamenti tra ragazzi e ragazze, e l’improvviso aumento del numero di adolescenti che si identificano improvvisamente come transgender in assenza di precedenti di disforia di genere, non sono stati ancora spiegati adeguatamente. L’aumento di indirizzamento di ragazzine adolescenti alla clinica Tavistock non ha precedenti, e il ribaltamento del rapporto del fenomeno tra ragazzi e ragazze si riscontra a livello globale.


Le organizzazioni transgender e LGBT non hanno dimostrato alcun interesse nell’approfondire le ragioni dietro questo fenomeno; le risposte alla menzione della disforia di genere a insorgenza rapida si riducono tutte pressappoco a un “non esiste”.

Ma i genitori hanno avuto modo di toccare con mano l’esperienza dei propri figli e del loro sviluppo di un’identità “trans”. Le testimonianze che riceviamo tramite email seguono quasi tutte lo stesso schema: una figlia che si era dichiarata lesbica, o che soffre di un disturbo dello spettro autistico, o che ha avuto problemi mentali/psicologici/di salute, o che è stata vittima di bullismo o isolata dai compagni, o che ha fatto esperienza di traumi di vario tipo, ha improvvisamente scoperto di essere “trans” dopo essersi immersa nella visione di video di transizione o simili su Tumblr o YouTube.

Quanto ai ragazzi, quelli del quasi 100% dei genitori che ci contattano soffrono di un disturbo dello spettro autistico o di disturbo ossessivo compulsivo. Nessuno di questi ragazzi e di queste ragazze aveva manifestato indizi di confusione di genere prima dell’adolescenza.

Si tratta di un fenomeno recentissimo che merita di essere studiato. Non è sufficiente limitarsi a dire “le persone transgender hanno acquisito visibilità e sono più accettate”, perché ciò non spiega l’impressionante aumento nel numero di ragazzine coinvolte, né l’insorgenza improvvisa della disforia in adolescenza. Gli attivisti trans negano l’esistenza della Disforia di Genere a Insorgenza Rapida perché l’ipotesi di contagio sociale o di intervento di fattori causativi metterebbe in dubbio non solo il concetto di “identità di genere innata” ma anche il modello di assistenza che si basa sulla mera affermazione del genere.

Considerando le tattiche di bullismo e tacitazione degli attivisti nei confronti di chiunque metta in discussione la nuova ideologia di genere, nonché le minacce concrete al lavoro e alle fonti di sostentamento qualora si parli in pubblico, la ricercatrice che ha deciso di affrontare questo argomento è sicuramente coraggiosa. L’offensiva degli attivisti è partita appena lo studio della Dottoressa Littman è stato pubblicato e la Brown University ne ha twittato. Sebbene il tweet sia poi stato eliminato, è possibile leggere parte degli scambi in questo archivio. La prima risposta ha determinato l’impostazione del tono generale:
"Questa è incitazione all’odio.
Non esiste alcuna 'disforia di genere a insorgenza rapida'.
È stata già sfatata. Si nasce transgender. Queste espressioni di odio anti-transgender ci fanno del male."
Transgender Trend è stato accusato di essere un sito di estrema destra che desidera criminalizzare la transizione medica. Eppure, i tre siti web di cui la dottoressa Littman si è avvalsa per raccogliere pareri dei genitori per lo studio sono gestiti prevalentemente da persone di sinistra. Ma non conta, perché è parte della campagna denigratoria su Twitter quella di accusarci di essere bigotti di destra.

L’inevitabile articolo scritto dall’attivista trans Julia Serano che ha seguito l’accaduto, iniziava con la falsa accusa per cui i tre siti tramite i quali sono stati contattati i genitori hanno un passato legato alla “promozione di propaganda anti-transgender”. Secondo Serano non si tratta che dell’ennesima manifestazione di mancanza di supporto e accettazione di figli e figlie transgender. 
“..non è un nuovo tipo di disforia di genere, ma un nuovo nome per riferirsi a una dinamica genitoriale ricorrente.”.
Serano sembra convinta che esista un unico modo per supportare i propri figli: obbedendo passivamente ai diktat di una lobby politica, senza metterli in discussione.

Ma i genitori conoscono i propri figli e sono in grado di pensare per sé. Non a caso i genitori che visitano questo sito sono quelli che desiderano ricercare quante più informazioni possibili prima di procedere con l’esecuzione di interventi medici irreversibili sui propri figli e sulle proprie figlie, come qualunque genitore amorevole e responsabile farebbe.

Verso la fine del suo articolo, Serano propone una considerazione problematica e contraddittoria:

“Finché non si paleseranno convincenti prove del contrario, dovremmo tutti aderire al principio del rasoio di Occam e prendere per buono che questi ragazzini e queste ragazzine soffrano della buona vecchia disforia di genere”. 

Nella loro eccezionale risposta alla critica di Serano sul sito web gdworkinggroup.org, Lisa Marchiano e Robert D’Angelo sottolineano quanto segue:
“Serano afferma che l’insorgenza di disforia in adolescenza non sia una novità. È vero che è stato riscontrato da tempo il fatto che numerosi maschi inizino a fare esperienza di disforia di genere proprio durante l’adolescenza. Tuttavia, fino a tempi estremamente recenti, l’insorgenza di disforia di genere in femmine adolescenti era fenomeno inesistente. Eppure, adesso, le ragazze costituiscono la maggioranza (70% circa) delle persone che si presentano al Tavistock Gender Identity Development Service di Londra.”
È assolutamente irresponsabile “prendere per buono” che non ci sia nulla di indicativo in tutto ciò. Il tentativo di Serano di screditare lo studio di Littman suggerisce che il palesamento di “convincenti prove del contrario” sia proprio ciò che Serano stessa desidera prevenire e mettere a tacere.

La campagna coordinata su Twitter ha portato alla pubblicazione della seguente dichiarazione da parte di PLOS ONE:
“PLOS ONE è a conoscenza delle preoccupazioni sollevate in relazione al contenuto e alla metodologia dello studio. Prendiamo molto seriamente le preoccupazioni relative agli studi pubblicati sul nostro giornale e, alla luce di quelle sollevate, stiamo verificando se lo studio in questione si riveli in accordo che le nostre politiche e le linee guida di COPE. Chiederemo a degli esperti di esaminare ulteriormente le analisi e la metodologia dello studio. Vi aggiorneremo una volta terminate verifiche e discussioni sul caso.” 
Successivamente, la Brown University ha ritirato il comunicato stampa e pubblicato questa dichiarazione:
“In considerazione dei quesiti sollevati circa la struttura e la raccolta dati della ricerca per lo studio di Lisa Littman sulla “disforia di genere a insorgenza rapida”, la Brown ha determinato che la rimozione dell’articolo costituisse la condotta maggiormente responsabile”.
Gli attivisti trans sono andati subito a celebrare su Twitter:
I gruppi di pressione transgender si sono dimostrati ben felici di promuovere studi viziati sulle idee suicide, ma tutto a un tratto hanno da ridire sulle “metodologie” quando lo studio in questione non supporta la narrativa che intendono promuovere.

Non è la prima volta che si manifestano tentativi di insabbiare ricerche per questa ragione. L’Università Bath Spa bloccò la ricerca di James Caspian sulle persone che hanno detransizionato per paura di ricevere reazioni negative sui social media. .

Riteniamo che sia inaccettabile. Si parla di una schiera di persone, e soprattutto ragazze, giovanissime e molto vulnerabili. Come sottolineano Marchiano e D’Angelo nel post menzionato pocanzi:
“…Littman ha scoperto che al 62.5% dei ragazzini erano stati diagnosticati uno o più disturbi psichiatrici prima che si dichiarassero trans. Il 48.4% aveva fatto esperienza di traumi e/o stress intenso. Il 45% praticava autolesionismo e il 58% manifestava difficoltà a controllare le emozioni. Queste proporzioni sono significativamente elevate e ci parlano di un gruppo clinico molto disturbato. Ancora più preoccupante è che, dei genitori consapevoli del contenuto delle consulenze psichiatriche dei propri figli, il 71,6% ha dichiarato che gli specialisti non hanno neppure tentato di esplorare le problematiche psichiche, i traumi subito o altri potenziali fattori scatenanti dell’improvvisa disforia di genere.”
È un fallimento nel nostro dovere di occuparci di questi e queste giovani usarli per scopi politici al fine di supportare un’ideologia, offuscando ricerche importanti e necessarie che aiuterebbero a stabilire il tipo di supporto di cui ciascuno di loro ha realmente bisogno. 

In Inghilterra, sempre più persone stanno parlando dell’epidemia di ragazze adolescenti che iniziano improvvisamente a identificarsi come transgender. La giornalista del Times Janice Turner ha scritto dello studio di Littman nel suo pezzo Le adolescenti trans sono diventate un esperimento e ha giurato che non avrebbe smesso di parlare dell’argomento.

La scorsa settimana, la Ministra per le Donne Victoria Atkins ha detto la sua in un’intervista a Telegraph:
“Ho letto sui giornali del considerevole incremento nel numero di adolescenti che si identificano come transgender, e sono convinta che sia necessario cercare di comprendere le ragioni alla base del fenomeno”.
“Potrebbe trattarsi di aumento di consapevolezza, potrebbe trattarsi del fatto che la transizione si proponga come una risposta a domande che forse non si stanno ponendo. Penso che dovremmo prestare seria attenzione alla questione quando si tratta di ragazzini e ragazzine. I trattamenti sono gravosi e decisivi. Mi porrei in modo piuttosto cauto rispettivamente a quei trattamenti per il potenziale che portano con sé per il resto della vita".
“Trovo ragionevole che vengano poste tante domande sul modo in cui trattiamo i nostri giovani. Giovani i cui corpi non si sono ancora neppure completamente formati.”
Nonostante le prevedibili reazioni negative da parte di alcuni attivisti LGBT+ che hanno accusato Atkins di proporre “commenti dannosi” e hanno sottolineato l’esserci in gioco della vita delle persone, Atkins ha ricevuto pubblico supporto da politici e accademici. Nell’ultimo articolo di The Telegraph riguardante la vicenda, Susie Gree, la CEO di Mermaids (organizzazione di volontariato per giovani transgender), ha ricorso alla diffamazione dei siti “anti-trans” coinvolti.
“Come ha detto un collega che lavora nel campo, è come raccogliere opinioni da un sito di suprematisti bianchi per dimostrare che i neri sono una razza inferiore”.
Di certo non una risposta ragionevole a uno studio di ricerca accademica.
Per dimostrare il proprio supporto a Littman, studiosi e ricercatori hanno firmato una lettera (scritta da Michael Bailey, professore di psicologia alla Northwestern University) e stanno usando i propri nomi reali per commentare la petizione correlata. Più i gruppi di pressione tentano di mettere a tacere il dibattito e la ricerca, più le persone trovano il coraggio di parlare apertamente e pubblicamente.

Il numero di commenti a supporto provenienti da genitori parla da solo. I genitori hanno il diritto di esigere il più elevato livello di supporto e assistenza clinici per i propri figli, e le riviste scientifiche non dovrebbero sottovalutare la rabbia di genitori che percepiscono una compromissione degli standard etici in questo campo.

Vi invitiamo a firmare la petizione. Se siete genitori di un o una teenager che ha improvvisamente iniziato a identificarsi come transgender, vi invitiamo ad aggiungere la vostra storia ai commenti. Se volete esprimere ulteriore supporto allo studio di Littman, fare riferimento a questo articolo di 4thWaveNow.